lunedì 11 aprile 2016

ROMA - BASILICA DI SANTA CROCE IN GERUSALEMME



E' una delle più insigni basiliche della Cristianità, sia per le reliquie ivi venerate, sia per la struttura architettonica che, sia pure modificata all'interno, risale alla metà del sec. IV.

L'area, dove sorse la basilica, fu occupata nella prima metà del sec. III da una villa imperiale, iniziata da Settimio Severo e completata da Eliogabalo, che comprendeva, oltre al palazzo imperiale ("Sessorium") un piccolo anfiteatro ed un circo. Agli inizi del secolo successivo, il "palatium Sessorianum" fu residenza privata della imperatrice Elena, madre di Costantino, che probabilmente dedicò al culto cristiano un ambiente dell'edificio: qualche decennio più tardi, un atrio di questo fu trasformato in basilica cristiana (da qui i nomi di Basilica Eleniana o Sessoriana). 

L'aula rettangolare (m36,50 x 22), in origine aperta sui lati maggiori da archi su pilastri che furono murati per isolarla dal complesso, fu suddivisa in tre navate longitudinali e dotata di nartece, del campanile e di un chiostro da Lucio II (1144-45) e modificata nel '400 e '500; il complesso ebbe l'aspetto definitivo sotto Benedetto XIV (1743), quando Domenico Gregorini e Pietro Passalacqua trasformarono la navata centrale e sostituirono il nartece con un atrio ellittico, sul quale fu apposto il nuovo prospetto di travertino. 


La facciata, uno de capolavori del barocchetto romano, esplode tra le ali 'neutre' del convento, col suo impianto concavo-convesso di ascendenza borrominiana, a ordine unico di paraste corinzie, e culmina, oltre il timpano curvilineo, nell'aereo fastigio tra le statue degli Evangelisti, Elena e Costantino; la parte centrale si inflette all'esterno sotto la pressione dell'atrio ellittico, composto da un vano centrale con cupoletta, delimitato dalle colonne del precedente nartece e da un ambulacro anulare. Sulla destra si eleva il campanile romanico in laterizio, con quattro piani di bifore accoppiate, del tempo di Lucio II.

L'interno è suddiviso in tre colonne da dodici antiche e colossali colonne, quattro delle quali furono inglobate nei pilastri della trasformazione settecentesca; a questo intervento si debbono le paraste che interrompono il ritmo della trabeazione, la ricca decorazione a stucchi e il soffitto ligneo voltato a botte, nel quale si aprono i sei lunettoni in sostituzione delle finestre originali (al centro, La Vergine presenta S. Elena e Costantino alla Trinità, tela di Corrado Giaquinto del 1744).


 


da GUIDE D'ITALIA TCI "ROMA"






















L'ATRIO














L'INTERNO














LE RELIQUIE





E' tradizione antichissima che una parte della Croce sia stata portata a Roma e custodita nella Basilica Sessoriana. Nelle celebrazioni papali, qui era fissata la Stazione del Venerdì Santo. Il papa andava scalzo dal Laterano alla Hierusalem romana per adorarvi il legno della Vera Croce.



Reliquiario del chiodo



L'ANFITEATRO CASTRENSE

 
 
 
 
 
 









L'ORTO MONASTICO








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